Appunti di storia

Il Vallo di Adriano (Vallum Aelium)

Quando  Publius Aelius Traianus Hadrianus (Adriano)  divenne imperatore, nel 117 d.C., l’impero romano aveva raggiunto, grazie alle imprese belliche del suo predecessore Traiano, il massimo dell’estensione. Esso era incentrato intorno all’intero Mare Nostrum e comprendeva le pianure costiere dell’Africa, le terre dell’Asia Minore fino alle propaggini del Caucaso. In Europa era estesa dalla penisola Iberica, l’odierna Francia, la parte meridionale della Britannia e tutte le terre poste lungo l’intera lunghezza del Reno e del Danubio. Adriano, meno incline alla guerra del suo predecessore e più portato invece per gli studi e la conoscenza delle cose, decise di frenare l’espansione dell’impero. Si era reso conto della sempre crescente difficoltà a controllare confini così vasti e in continuo fermento, specie in Asia Minore dove le estenuanti guerre con i Parti avevano impegnato a lungo le legioni romane; stipulò quindi con essi un trattato di pace e abbandonò i territori conquistati da Traiano in Mesopotamia, riportando il Limes sull’Eufrate. In Germania,  nel 121 d.C.,  diede impulso alle opere di fortificazione dei confini. Qui incontro Aulo Pletorio Nepote che portò con lui in Britannia nominandolo governatore, l’anno successivo. La visita in Britannia era decisa oltre che per motivi di curiosità e conoscenza (dopo Claudio fu il primo imperatore a visitare la Britannia), anche perchè i Britanni delle regioni settentrionali, qualche tempo prima, si erano nuovamente sollevati contro i Romani al punto di indebolire fortemente le fila della legione IX HISPANA. Anche se al momento del suo arrivo la situazione era stata riportata alla normalità dall’energico governatore Q. Pompeo Falco, Adriano ordinò la costruzione di un muro lungo 80 miglia romane (circa 117 km) che andava da costa a costa, dalla foce del Tyne nel Mare del Nord fino a Bownen on Solway nel Mare d’Irlanda, nel punto in cui l’isola si restringe notevolmente.                                                                              Contrariamente a quello che si è per tanto tempo ritenuto, il muro non fu costruito con intenti difensivi ma piuttosto come frontiera ideale tra il mondo posto sotto il controllo della giurisdizione romana e quello meno conosciuto del Nord della Scozia, un muro di divisione quindi, come è detto nella VITA HADRIANI dell’HISTORIA AUGUSTA, “QUI BARBAROS ROMANOSQUE DIVIDERET”. Si sa per certo che alla sua costruzione, inizialmente in terra e in seguito in pietra, lavorarono tre legioni, la Il AUGUSTA, la XX VALERIA e la VI VITRIX condotta in Britannia da Adriano stesso, anche per sostituire la IX HISPANA.  Lungo il muro, largo mediamente dieci piedi romani (3 metri) e alto circa 20 (6 metri) furono costruite a intervalli regolari di un miglio romano (1481 metri) delle porte custodite da fortini, in cui stazionavano delle piccole guarnigioni di trentadue soldati. Tra due fortini furono costruite due torrette di circa sei mq poste a un terzo di miglio l’una dall’altra, con funzione di avvistamento che era svolto da quattro soldati che si avvicendavano nei turni di guardia. Questo sistema consentiva tra l’altro di trasmettere, con la massima velocità, qualunque messaggio o segnale da una costa all’altra. A maggior protezione del muro fu costruito un fossato esterno profondo 3 metri e larghi dieci, eccetto lì dove la presenza di costoni rendevano questo tipo di difesa non necessario.                                                                                                     Più tardi, in prossimità dei Muro, furono costruiti sedici forti che potevano ospitare da una a due coorti (cioè da 500 a 1.000 uomini). Di essi i più noti sono quelli di Chesters che ospitò a lungo la cavalleria romana e quello di Housesteads, probabilmente il più grande e meglio conservato, lungo 186 metri e largo 112. Essi avevano una forma rettangolare e in ciascun angolo del forte vi erano delle torrette. All’interno dell’area si trovavano le baracche per i soldati, negozi, stalle e officine, lo spazio centrale era occupato dal Quartiere Generale (PRINCIPIA) i granai, la casa del comandante e talvolta un ospedale. Il forte aveva una porta per ogni lato piccolo e due su ciascun lato lungo. Dalle porte partivano delle strade rettilinee: la PRETORIA che collegava i PRINCIPIA con la porta nord e la DECUMANA che univa i medesimi con la porta sud. La via PRINCIPALIS attraversava invece il forte congiungendo la porta ovest con quella est. All’esterno Del forte sorgevano gli insediamenti civili (VICUS) e gli impianti termali.                                                Attualmente il Muro di Adriano pur se ridotto nelle sue dimensioni a causa del tempo e dei saccheggi, subiti per cavarne pietre da costruzione, rimane una delle più grandi opere del mondo romano. Esso sta lì ancora in piedi a testimoniare la storia che vi si è svolta in circa tre secoli. Il fine per cui fu costruito, il tentativo strategico di controllare un grande tratto di territorio. La sua costruzione dimostrò una tale accuratezza di progettazione ed esecuzione e una conoscenza tecnica della morfologia del territorio in Britannia, che desta ancora oggi meraviglia, come del resto tutto ciò che Roma, la sua cultura e le sue opere, ha lasciato ai posteri.                                                                                                                   Ambrosius Pompeius


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