Appunti di storia

Moda e costumi femminili dell’antica roma

I costumi e la moda con la quale le Donne della Antica Roma si vestivano, nel lungo periodo di diffusione della sua civiltà, è attestabile  sia dagli affreschi e dalle statue dell’epoca che dai racconti dei molteplici scrittori, poeti e storici romani. Dalla iniziale uniformità dei vestiti tra uomini e donne nella Roma primitiva, realizzati con stoffe di lana e fibre vegetali più o meno grezze, ben presto l’abito femminile si differenziò da quello maschile. La conquista di nuovi territori fece affluire a Roma, tra le altre merci, stoffe e drappeggi di gran qualità; questo accentuò la differenza nei colori più o meno vivaci, e talvolta nei ricami.                                              L’abbigliamento femminile, nel corso dei secoli, rimase sostanzialmente simile. Nel periodo tardo repubblicano e primo impero, le signore indossavano sotto le vesti, lo strophium (alla greca) o mammillare o una fascia pectoralis (reggiseno) che il poeta Ovidio consigliava di imbottire in caso di seno molto piccolo; per la parte bassa invece, c’era il subligar, uno slip molto sgambato. Sopra indossavano la tunica interior, simile a quella maschile, ma con scollo circolare o a V, lunga sino sotto le ginocchia; nei periodi freddi le tuniche potevano essere due o tre, sempre subcula, cioè intime. Sopra si poteva mettere una amictus, una sopravveste che copriva le vesti intime, che era molto simile alla tunica ma più lunga. Sopra la tunica si posizionava la stola che era l’abito nazionale come la toga per i maschi adulti. La stola era stretta alla vita dal cingulum, una cintura di stoffa o di pelle, liscia o decorata di ornamenti in metallo o pietre dure, in genere usata doppia, una sotto il seno, l’altra in vita. Sopra, e nei periodi invernali, un mantello palla, taglio di stoffa rettangolare che copriva completamente la donna e ne contornava il corpo con varie pieghe e ritorni tenuti su dalle braccia.                                                            Talvolta con un lembo della palla si copriva la testa. La figura femminile della donna romana era di robusta costituzione, con  capelli ricci piegati attorno alla testa a forma di corona, si vestiva di tuniche e stole di colori forti come il rosso o il porpora, si truccava gli occhi e le guance (questa arte copiata dalle donne egiziane), portava i sandali e si adornava con gioielli d’oro di dimensioni assai grandi come orecchini lunghi o braccialetti larghi. Le donne romane delle classi agiate curavano il trucco e prediliggevano  ricercate e sontuose acconciature dei capelli.                                                                                                                                      In epoca imperiale II-III sec. DC verranno di moda le vesti di pura seta, stoffa pregiata che arriva dall’oriente. Le fogge sono innumerevoli perché i Romani e le donne Romane, durante l’Impero, si compiacciono di imitare mode straniere (si precorre il moderno concetto di moda). Le donne, in questo periodo, vanno a passeggio al pari degli uomini, accompagnate da un’ancella o in ricche portantine dorate con tende di seta, fra le quali si affacciano ogni tanto mostrando il volto truccato e le alte capigliature arricciate tenute ferme con pomate resinose e ornate di gioielli.                                                                       Le donne romane di epoca imperiale (affresco di P.zza Armerina databile II sec. DC) adoperavano biancheria intima  antenata  dell’intimo attuale. Questi stessi indumenti intimi venivano usati negli stabilimenti termali, poiché rappresentava la tenuta comoda e più adatta alle donne per fare il bagno o dedicarsi agli esercizi di ginnastica che si svolgevano nelle apposite palestre.                                                                                                                        Ambrosius Pompeius

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