Gruppo Storico Publio Elio Adriano

S.Eustachio a Poli

In occasione della festa del S. Patrono della Città di Poli, il 25 settembre, si è tenuto il tradizionale corteo per le vie cittadine, unitamente alla rievocazione del processo al Santo. La nostra Associazione con il suo Gruppo storico Publio Elio Adriano partecipa a questa ricorrenza, ormai da anni e con piacere, per il legame storico della figura del  S. Martire con quella dell’ l’imperatore Adriano.

Adriano nei confronti dei cristiani mostrò maggiore tolleranza dei suoi predecessori. Di questo rimane testimonianza, intorno all’anno 122,  in un  rescritto indirizzato a Gaio Minucio Fundano, proconsole della provincia dell’Asia Minore. In esso l’imperatore, a cui era stato richiesto come comportarsi nei confronti dei cristiani e delle accuse a loro rivolte, rispose di procedere nei loro confronti solo in ordine ad eventi circostanziati emergenti da un procedimento giudiziario e non sulla base di accuse generiche.

Placido  generale dell’esercito dell’imperatore Traiano,  nacque intorno alla metà del I sec. D.C. Di nobile famiglia, raggiunse nell’esercito romano l’elevato grado di “magister militum” e, in quanto tale, venne chiamato dall’imperatore Traiano al comando di una legione inviata per operazioni militari in Asia minore.

La sua conversione al cristianesimo, secondo la leggenda, è dovuto alla circostanza di una battuta di caccia, nella quale Placido si imbatte in una cerva che portava tra le corna una croce luminosa; con lui si convertirono la moglie e i due figli. Con il  battesimo assunse il nome di Eustachio.

Le gravi difficoltà alle quali l’intera famiglia dovette far fronte a seguito della conversione al cristianesimo, costrinsero Eustachio, che aveva perso i suoi beni, ad abbandonare Roma per l’Egitto, dove, pare, gli vennero rapiti moglie e figli.

Trascorsero alcuni anni  e, a seguito di una nuova ribellione scoppiata in Asia Minore, l’imperatore Traiano fece cercare l’eroico generale perché combattesse di nuovo a capo delle legioni  romane. Eustachio riprese il comando, riportò splendide vittorie e fu  accolto in trionfo a Roma, dove secondo la leggenda, ritrovò  i suoi familiari dispersi.

Sotto l’imperatore Adriano, successore di Traiano, di fronte alle accuse che venivano rivolte ad Eustachio di essere cristiano, fu arrestato insieme alla moglie Teopista e ai figli Teopisto e Agapio. Narra la leggenda che gli fu ordinato di offrire un sacrificio agli dei di Roma; al suo rifiuto fu torturato e condannato, insieme alla moglie ed ai figli, al supplizio della morte all’interno di un contenitore di metallo arroventato a forma di toro.

La basilica, eretta a Roma, da Costantino, sulla casa di proprietà e luogo dove avvenne il martirio, conserva le reliquie del santo.

M.R.: 20 settembre – A Roma la passione dei santi Martiri Eustachio e Teopista sua moglie, coi due figli Agapito e Teopisto, i quali, sotto l’Imperatore Adriano, condannati alle fiere, ma per divino aiuto rimasti illesi, da ultimo, chiusi in un bue di bronzo infuocato, compirono il martirio.[ Tratto da «Reliquie Insigni e “Corpi Santi” a Roma» di Giovanni Sicari]

Ambrosius Pompeius

 

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